Sisma nell'aquilano

L'Aquila rivive l'ansia del terremoto, due scosse riportano alla mente il tragico 6 aprile 2009

L'incontro convocato d’urgenza in prefettura e la decisione comunicata dal sindaco Biondi: “Giovedì scuole chiuse”. Il senatore Liris: “Un triste tuffo nel passato, ci ricorda che la nostra terra è vulnerabile”

L'Aquila rivive l'ansia del terremoto, due scosse riportano alla mente il tragico 6 aprile 2009
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Piazza del Duomo, L'Aquila - Abruzzo

Non c'è stato il tempo di tirare un sospiro di sollievo. La prima scossa alle 17:52:41 ha fatto sobbalzare dalla sedia, la seconda alle 17:53:01 ha risvegliato gli incubi degli aquilani. E in tanti sono scesi in strada. Sconcerto, condivisione, e tanta paura perché il terremoto del 6 Aprile 2009 è ancora una ferita aperta, nonostante la città si avvii verso la conclusione di un lungo e difficoltoso restauro. Nessun danno, nessuno è rimasto ferito ma la doppietta sismica, rispettivamente di magnitudo 3.6 (l'epicentro registrato a 3 km Sud-Ovest a una profondità di quasi 13 chilometri) e 3.7 (Localizzata a 3 km Nord-Est dal vicino comune di Lucoli), ha richiesto una riflessione cui è seguita una precauzione.

“All’esito dell’incontro, convocato questa sera d’urgenza in prefettura a seguito delle due scosse di terremoto che hanno interessato il territorio aquilano, è stata decisa la sospensione delle attività didattiche delle scuole di ogni ordine e grado e dei servizi educativi per l’infanzia per la giornata del 23 novembre”. È stato il primo cittadino, il sindaco Pierluigi Biondi a darne notizia.

In attesa delle verifiche dei plessi scolastici, resta la preoccupazione della cittadinanza. “La situazione in città è tranquilla” dice Biondi, “le telefonate alle centrali operative si sono concentrate soltanto subito dopo gli eventi, è normale ci sia ancora agitazione”. 

Anche il senatore aquilano Guido Quintino Liris non nasconde la paura richiamando a un passato “che fa ancora male ma che ci ha insegnato tanto”. In collegamento da Palazzo Madama, il parlamentare, membro della Commissione permanente Bilancio, ha ricordato che l'episodio tellurico si è verificato mentre il governo è impegnato a mettere in Finanziaria “importanti fondi sul dissesto idrogeologico e sulle catastrofi naturali per coprire a livello assicurativo immobili e aziende”.

“La scossa di magnitudo 3.6 all'Aquila seguita a distanza di nemmeno un minuto da una seconda scossa di magnitudo 3.7 non è infrequente”, ha commentato il sismologo Salvatore Stramondo, dell'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia. “Sono stati due eventi di magnitudo moderata, ma molto avvertiti. Due scosse l'una sulla coda della precedente, anche se distinguibili ed entrambe sono avvenute a circa 10 chilometri dall'epicentro del sisma del 2009: tenendo conto degli errori nelle stime della localizzazione, possiamo dire che gli eventi sono avvenuti nella medesima area. Questa non è una sorpresa per chi studia i terremoti”, ha osservato Stramondo. 

Molto prima del terremoto del 2009, per esempio, quella stessa area era stata colpita, nel 1703, da “un importantissimo terremoto, la cui magnitudo è stimata 6,7”. Inoltre “nella zona dell'Aquila si sono registrate circa 20.000 scosse e oltre 200.000 sono stati i terremoti registrati nell'Italia centrale dal 2016 dopo la sequenza di Amatrice-Norcia. A generarli è sempre lo stesso meccanismo estensionale tipico dell'Appennino”, ha concluso Stramondo.