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Serra Zanetti insieme per la “laurea” da tecnico federale

Serra Zanetti insieme per la “laurea” da tecnico federale

L’ultima volta insieme sul campo era stato qualche anno fa quando, all’apice della loro carriera, giocavano insieme anche i doppi in giro per il mondo. Memorabile il centrale di Wimbledon nel 2002...

29 dicembre 2014
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L’ultima volta insieme sul campo era stato qualche anno fa quando, all’apice della loro carriera, giocavano insieme anche i doppi in giro per il mondo. Memorabile il centrale di Wimbledon nel 2002 contro Martina Navratilova.

Insieme sono ancora oggi le sorelle Adriana e Antonella Serra Zanetti, divise sui campi ma sempre con un unico fine: quello di eccellere nel mondo del tennis.

Entrambe maestre, una al Tennis Modena a coltivare talenti della scuola più titolata della provincia, l’altra a Tirrenia per la Federazione, con un ruolo di responsabilità sulle atlete più giovani su cui punta la stessa Fit. Di strada ne hanno fatta tanta e l’ultimo pezzo se lo sono giocate a loro modo, insieme, come ancora sanno fare.

Nello stesso giorno hanno conseguito a Roma, al termine di più di un anno di studi, il titolo di tecnico nazionale. È la “laurea” massima del mondo del tennis, dove non basta aver giocato contro Hingis, Davenport, Seles, Capriati, Williams, Mauresmo, Pierce, tanto per citarne alcune. Non c’è il merito della carriera, c’è lo studio applicato alla pratica del campo e insieme, le sorelle del tennis modenese, hanno scritto anche la tesi che ha analizzato l’importanza della gestione delle pause, durante una partita di tennis, dal momento che l’80 per cento della durata di un match sono appunto tempi morti e non di partita.

«Ci siamo concentrate su questo aspetto - spiegano le due ex pro del circuito Wta - perché avendo giocato sappiamo bene che cosa significhi saper gestire quei momenti. Dire che il tennis è uno sport di testa sembra una frase fatta, ma è la verità. Il cervello va allenato molto di più di un braccio per poter riuscire ad ottenere risultati di alto livello. Siamo molto soddisfatte perché questo traguardo si aggiunge agli altri e se anche non cambia la nostra professione di tutti i giorni, che rimane quella di essere sul campo coi nostri ragazzi, è un progetto in più per nulla scontato che abbiamo voluto portare a termine». Tanto che in provincia di Modena i tecnici federali si contano sulle dita di una mano.

Davide Berti